I consumi di Vitamina D negli ultimi anni sono sempre in costante crescita non solo per
prevenire le fratture ossee, ma soprattutto per prevenire le patologie a carico
del sistema immunitario.
Sempre di più i cittadini ricorrono all’utilizzo di
integratori a pagamento senza avvalersi dei prodotti rimborsabili dal Servizio
Sanitario Nazionale: ci sarà un perché?
Probabilmente le formulazioni farmaceutiche tradizionali non
sono efficaci su tutti i pazienti, soprattutto in coloro che hanno un deficit
di assorbimento intestinale a seguito di disbiosi o patologie infiammatorie
croniche che alterano la funzionalità della mucosa intestinale. In pratica le
formulazioni tradizionali scivolano sulla mucosa intestinale come l’acqua
scivola su un impermeabile.
Esistono oggi in commercio prodotti che bypassano
l’assorbimento intestinale essendo assorbiti tramite la mucosa del cavo orale
secondo l’assorbimento sublinguale (es
DIVIKEN SPRAY).
Quanta vitamina D viene consumata in Italia?
In Italia la Vitamina D (colecalciferolo) è la seconda voce
di spesa nelle patologie gastrointestinali e la prima nella prevenzione delle
fratture ossee (prevenzione dello’osteoporosi). Ma pare che abbia un ruolo
importantissimo anche nella prevenzione del cancro, del diabete,
nell’ipertensione e nelle patologie cardiovascolari. Insomma la vitamina D
viene considerata un vero e proprio ormone in grado di regolare molti processi
biologici.
I pareri sembrano contrastanti in quanto lo stesso ministero
della salute attraverso AIFA tende a limitarne l’suo per non sovraccaricare la
spesa farmaceutica e non gravare sui bilanci sanitari. In realtà le società
scientifiche, secondo i dati raccolti,riferiscono che circa l’80% della
popolazione adulta ne sia deficitaria e che con l’alimentazione il fabbisogno
viene soddisfatto solo per il 10%. Probabilmente il punto chiave, che sta
emergendo secondo le ultime ricerche, è che è inutile somministrare la vitamina
D senza il supporto e l’associane della Vitamina K2-7 che ne ottimizza la sua funzione. Pare infatti
che solo attraverso l’attivazione delle proteine GLA, attraverso la presenza
della vitamina K2-7, il calcio venga veramente direzionato all’interno della
matrice ossea favorendo la costruzione attiva dell’osso.
La vitamina D è davverò
così importante?
Secondo una metanalisi pubblicata su The Lancet del 2013,
l’AIFA dichiara che la somministrazione di vitamina D influisce poco sulla
riduzione del rischio di frattura e che il suo utilizzo sia spropositato e
spesso inappropriato valutando il trend di crescita esponenziale degli ultimi
anni.
In realtà in molte nazioni l’utilizzo di vitamina D viene
addirittura consigliato a tappeto, per esempio nel Regno Unito si consiglia di
supplementare la vitamina D per tutto il periodo invernale dai 5 anni di età in
poi, sia per rafforzare il sistema scheletrico sia per sostenere il sistema
immunitario.
Per dosare la vitamina D si ricorre all’analisi quantitativa
del 25-idorossi vitamina D che è il metabolita più stabile e più duraturo nel
sangue. Tale dosaggio può essere fatto in laboratorio analisi con le tecniche
convenzionali oppure tramite un test innovativo, Diviken
test, in farmacia come un semplice auto dosaggio della glicemina.
In USA già a 30ng/ml di parla di carenza di vitamina D ma in
Italia i livelli minimi accettabili di
vitamina D3 nel sangue sono 30ng/ml, al di sotto dei quali si inizia a parlare
di insufficienza che merita l’introduzione di un integratore ben assorbibile e
biodisponibile (Diviken Spray). Al di sotto di 10ng/ml si può parlare di
insufficienza grave ed è necessario intervenire con una terapia d’attacco.
Come bisogna porsi
nei confronti della vitamina D?
I
candidati elegibili ad una terapia continuativa con supplementi a base di
vitamina D3+K2 sono le donne in menopausa, tutti gli anziani, tutte le persone già
in terapia per l’osteoporosi ed in tutti i coloro che hanno patologie croniche
che alterano l’assorbimento della vitamina D a livello intestinale (colon
irritabile, colite ulcerosa, morbo di Chron, celiachia,..). In questo caso sono
consigliati prodotti che vengono assorbiti a livello della mucosa del cavo
orale (assorbimento sublinguale) come Diviken
Spray. E’ evidente che la terapia con vitamina D non deve essere
considerato un trattamento universale utile sempre nella popolazione di una
certa età durante i mesi invernali.
In
assenza di un deficit conclamato di vitamina D si consiglia primariamente un
corrette stile di vita tra cui un’alimentazione bilanciata, l’attività fisica
dovrebbe essere quotidiana e l’esposizione al sole dovrebbe essere adeguata
durante l’anno in quanto, come ben sappiamo, la prima fonte di vitamina D è
proprio la luce solare!
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